YOGI DHIRANANDA:

SPIRITUAL GUIDE – GUIDA ALL’OBIETTIVO SPIRITUALE (Prima parte)

 

Mie care lettrici e miei cari lettori,

Se desiderate condurre una vita felice, sana e ricca di tranquillità, se auspicate una vita libera da paure, da sforzi, da conflitti e dubbi, se volete godere di una vita familiare armoniosa e alla fine poter scorgere una vita spirituale, allora immergetevi con totale deferenza, con sincero anelito e incrollabile fede in Dio nel tema che ci porterà a questo obiettivo. Senza rispetto, devozione e concentrazione non è possibile acquisire conoscenza su qualsiasi tema. Perciò nelle scritture sacre sta scritto: SRADDHAVANAM LABHATE JNANAM. Ciò significa: coloro che hanno deferenza nel cuore (SRADDHAVANAM) conseguono o raggiungono (LABHATE) conoscenza, saggezza (JNANAM).

La relazione tra corpo e mente

In generale le persone desiderano godere di buona salute, felicità, pace, benessere e lunga vita. Le radici di una buona salute sono ancorate in una mente sana. Se mente e pensieri non sono puri, ma sono negativi, depressivi o aggressivi, pieni di dubbi, conflitti e paure, allora è impossibile godere di buona salute. Ogni pensiero negativo, così come ogni preoccupazione, paura, ansia, conflitto, depressione e aggressività, proiettano malattie fisiche. Di conseguenza, senza una mente sana è impossibile avere un corpo sano. Oltre ad una mente sana è necessario avere controllo e disciplina. Questi, nell’astanga yoga, sono menzionati come Yama e Niyama, e nella Bibbia come i dieci comandamenti. Essi salvaguardano sia la salute mentale che quella fisica. Questo controllo significa: non violenza, non rubare, non corrompere e non accettare regali lussuosi, ecc., come viene descritto in Yama. Inoltre si dovrebbero praticare regolarmente alcune asana o posture e pranayama o esercizi di respirazione, si deve mantenere il corpo pulito, non mangiare né troppo né troppo poco, e masticare accuratamente il cibo. Al mondo vi sono molte persone che hanno problemi di stomaco, di fegato o di digestione. Questi problemi vengono spesso provocati da pasti frettolosi senza una corretta masticazione, mancanza di concentrazione durante il pranzo, continuo parlare durante i pasti o ingerimento di cibi durante uno sfogo emotivo, e così via. Alimenti a base di vegetali crudi o integrali sono senza dubbio nutrienti e favoriscono la salute. Tuttavia, se proprio questi alimenti non vengono masticati a fondo, lo stomaco non li può digerire correttamente poiché esso non è dotato di denti! Il risultato che ne deriva è che il corpo non riceve alcun apporto di sostanze nutritive bensì problemi. Il cibo deve risultare attrattivo anche ai nostri sensi: nel colore, nel profumo e nel gusto.

Non si dovrebbe dormire troppo poco. Ciò comporta stanchezza, problemi ai nervi, debolezza dei muscoli e di tutto il corpo. Tuttavia anche il troppo sonno non è propizio. L’eccesso di sonno produce troppo muco nel corpo, che a sua volta produce raffreddori, mal di gola, ecc. Il sonno non dovrebbe essere misurato per la sua durata bensì per la sua qualità. Un sonno profondo e ininterrotto porta al corpo e alla mente un vero rilassamento e permette, alla fine, di risparmiare molto tempo nella vita.

La mente umana

Per questo capitolo è importante definire esattamente il concetto di mente e di spirito. Per questa ragione userò i vocaboli inglesi. Mind definisce la consapevolezza umana dei sensi, cioè la mente umana. Il vocabolo sanscrito è manas. Spirit definisce lo spirito immortale, la scintilla divina, la nostra vera identità. Il vocabolo sanscrito è atma.

È molto più facile acquisire la disciplina e il controllo esteriori o fisici, che dominare la mente con i suoi diversi stati d’animo ed emozioni e i relativi squilibri che ne derivano. In effetti da dove provengono queste cose? Dall’ignoranza, e questa ignoranza deriva da una deviazione, da una distrazione del prana rispettivamente dell’energia vitale e del respiro. All’irrequietezza del respiro segue l’irrequietezza della mente, la quale consequentemente non può conoscere la verità. Essa rimane nello stato di “maya” o nel dilemma. Non possiamo lasciare la nostra mente. Come viene descritto nella Bhagavadgita, la mente è il re cieco del reame del nostro corpo. Essa non ha la forza né di giudicare né di decidere. Per questo motivo è cieca. La mente gode di tutte le cose attraverso i sensi. Ecco un esempio relativo al funzionamento mentale e psichico: vediamo un fiore – la mente lo vede attraverso gli occhi e passa la visione all’intelligenza, la quale giudica: questo è un fiore, di colore rosso, il profumo è gradevole, si chiama rosa. Immediatamente l’ego desidera possedere la rosa. Quando la riceve è felice, quando non la riceve diventa subito contrariato, infelice, aggressivo o depressivo. L’ego ha una grande famiglia. Sua figlia, l’esigenza, è altrettanto creativa: ha molti bambini. Se la mamma „esigen-za“ viene ferita, mette al mondo molti figli, come rabbia, gelosia, ipocrisia, ostilità, insoddisfazione, avidità, irriverenza, dubbi, conflitti, corruzione, irrequietezza, discordia, ecc. Centinaia di bambini. La mente viene influenzata da questi bambini. Le scritture dicono: MONO EVA MANUSYANAM BADDHA - MOKSHA KARANAT. Ciò significa: la mente umana è la causa della schiavitù e della libertà. Quando la mente è occupata con attaccamento agli oggetti materiali oppure dona loro troppa attenzione, ne diventa schiava. Se un giorno questa mente ne ha abbastanza dei piaceri mondani, e si rivolge al suo interno cercando qualcos’altro oltre gli oggetti materiali, percependo l’esistenza dello spirito e provandone interesse, gradualmente viene trasformata in mente superiore. In questo stato la mente si calma attraverso la meditazione e l’osservanza di una condotta di vita spirituale, raggiungendo un giorno la liberazione. Fintanto che la mente non ha raggiunto un determinato stato di consapevolezza superiore, esiste il pericolo di ricadere nei piaceri e attaccamenti materiali. Per questa ragione ci si lascia condurre dalla guida della mente: il respiro. La procedura del controllo sulla mente viene descritta chiaramente in questo Sloka estratto dalle scritture: INDRIYANAM MANONATHAH, MANONATHASTU MARUTAH, MARUTASYA LAYONATHAH. La mente guida i sensi, la guida della mente è l’aria o il respiro, e atma o spirito è la guida del respiro. Per salvare la mente dalla schiavitù dei sensi e dall’attaccamento agli oggetti materiali, ci si deve concentrare sullo spirito, attraverso una corretta respirazione.

Con la distrazione del prana il respiro è irrequieto e automaticamente anche la mente rimane irrequieta. In questa situazione si deve orientare il respiro verso l’interno, e più precisamente sullo spirito. Quando il respiro è volto all’interno, diventa calmo. Solo in questo modo la mente può riconoscere lo spirito e unirsi allo spirito cosmico, realtà e obiettivo della vita umana. Quando l’essere umano raggiunge questo obiettivo si libera da paure, ansie, preoccupazioni, tensioni, percepisce l’unità assoluta con lo spirito onnipresente, onnisciente e sempre beato. Egli realizza, lo spirito universale, quale propria vera identità. Percepisce che corpo, mente, intelligenza e ego sono gli strumenti che gli permettono di operare nel mondo materiale. Per l’evoluzione dell’essere umano sono essenziali tutti e quattro gli strumenti – corpo, mente, intelligenza e ego –. A questo proposito desidero ricordare un meraviglioso quadro descritto nelle Upanischad: il corpo umano è un carro, cinque cavalli rappresentano gli organi dei sensi (occhi, orecchie, naso, bocca e pelle o senso del tatto). La mente rappresenta le briglie, l’intelligenza è il conducente. L’anima o spirito è il proprietario del carro. Se l’intelligenza è leale, ubbidiente e pura, allora il carro viaggia senza difficoltà nella giusta direzione. Se l’intelligenza è sleale, disubbidiente e impura, condurrà il carro nella direzione sbagliata.

Ora ci siamo occupati brevemente di corpo e mente. Ci dedicheremo nuovamente più tardi al corpo e alla sua rilevanza.

Continua

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